Giuseppe Taliercio: la vita in un recital

“È ora che gli uomini ritornino ad essere uomini”: è la frase ripetuta più volte dall’ing. Giuseppe Taliercio, durante i giorni della sua prigionia, ad opera delle Brigate Rosse. La vicenda umana del direttore del Petrolchimico di Porto Marghera, rapito nella sua abitazione, prigioniero per 46 giorni della colonna veneta delle BR, trucidato con 17 colpi di pistola da Antonio Savasta dopo un ridicolo processo di un sedicente “tribunale popolare”, è stata rievocata oggi nel nostro liceo.
Alla presenza dei figli Lucia e Cesare e dei nipoti Stefano, Sofia e Caterina, è stata tratteggiata la figura dell’ingegnere toscano, giunto a lavorare a Marghera negli anni del Boom economico. Si è mostrato così come il suo sacrificio – non ha cercato infatti di salvarsi la vita denunciando altri innocenti – non sia stato un atto eroico isolato, ma il frutto di una vita nutrita di messaggio e pratica cristiana e di valori fatti propri fin dall’infanzia. In auditorium, hanno dato voce alle parole della moglie Gabriella e di Taliercio stesso alcuni studenti delle classi 5BU, 5CS e 5CU, guidati dal prof. Luigi Lattanzi, autore dei testi della lezione spettacolo; gli intermezzi musicali sono stati eseguiti con la fisarmonica da Andrea Bonaldo di 5BU. 
In sala, le telecamere di Rai3 Regione, con la giornalista Patrizia Giustarini, che ha mandato in onda un servizio all’interno della trasmissione Buon Giorno Regione, in occasione della Giornata dedicata alle Vittime del terrorismo, che si celebra nel nostro paese ogni 9 maggio (giorno dell’uccisione di Aldo Moro).